Previsioni sul mercato immobiliare nel 2021

Previsioni sul mercato immobiliare nel 2021

La pandemia che dall'inizio del 2020 ha colpito l'Italia ha messo a dura prova molti settori e tra questi vi è anche quello immobiliare, ma non sono mancate sorprese positive che fanno propendere per previsioni soddisfacenti per il 2021 e ciò per diversi ordini di ragione.

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Settore immobiliare e crisi sanitaria: non tutto è andato male

Il 2020 è stato un anno horribilis per molti settori commerciali, ciò a causa della crisi economica derivata dalla crisi sanitaria, infatti, per molti i redditi si sono contratti e questo ha portato a un blocco dell'economia non da poco, ma guardando i numeri ci si accorge che le cose non sono andate malissimo, infatti questo settore registra perdite per il 14%, ma le stesse sono esigue se si pensa a quelle del 2012 quando si registrarono perdite nel settore per il 24%. Sicuramente i primi mesi sono stati di confusione, ma poi la riprese si è avviata e soprattutto sono cambiate le esigenze degli italiani, infatti è cambiata la tipologia di casa ricercata.

Crescita nella ricerca di una nuova casa in tutta Italia

La prima cosa da dire è che i volumi di ricerca di una nuova casa sono tendenzialmente simili nelle varie parti d'Italia, sebbene le Isole abbiano registrato un buon aumento con un incremento del 48%, mentre al Sud le ricerche di una nuova casa sono aumentate del 43%. Il Centro invece registra un 37% in più. La percentuale di crescita nelle ricerche del Nord è del 32%. Ciò che è totalmente cambiato è la tipologia di abitazione. Il lock down ha portato alla luce le difficoltà connesse all'abitare spazi ridotti, infatti per le famiglie è diventata difficile la convivenza in quanto in ambienti piccoli si sono ritrovati genitori costretti allo smart working oppure a non lavorare e figli impegnati con la didattica a distanza e che avevano bisogno di una stanza ciascuno per evitare il sovrapporsi di voci. La necessità di avere spazi autonomi da gestire è diventata una vera emergenza, così come avere un terrazzo o un piccolo giardino che consentano comunque di muoversi, camminare trascorrere dei momenti all'aria aperta nei periodi di totale chiusura. Ecco perché è aumentata rispetto al passato la richiesta di appartamenti con terrazzi, case indipendenti, piccole ville con giardino. Il segmento che soffre di più è quello degli appartamenti di piccole dimensioni e di valore inferiore a 100.000 euro, mentre il settore che registra un incremento più alto è quello medio con valore compreso tra 100.000 e 200.000 euro. Al terzo gradino, ma comunque con buoni livelli, vi sono le case con valore compreso tra 200.000 e 300.000 euro.

Dal centro alla periferia: alla ricerca della qualità della vita

Cambiano notevolmente le richieste infatti se prima si ricercavano case in centro, ora le persone vogliono ricominciare a vivere in periferia, in zone più tranquille, con spazi più ampi, in cui c'è maggiore possibilità di movimento, quelle che una volta erano considerate seconde case, ubicate in zone turistiche, per molti stanno diventando prime case e questo anche in virtù del desiderio di molti di trasformare lo smart working nella modalità principale di lavoro. Insomma le persone cercano case che possano migliorare la qualità della loro vita, uno spazio da vivere e non semplicemente un posto in cui ritornare la sera dopo aver terminato il lavoro.

Crollo del tassi di interesse e aumento del potere di acquisto

Ad agevolare il nuovo modo di vivere la casa sono anche i tassi di interesse sui mutui che a causa della pandemia sono ulteriormente scesi, questo si è tradotto in una maggiore capacità di acquisto rispetto al passato. I dati sul potere d'acquisto sono sicuramente i più sorprendenti, infatti un impiegato che nel 2010 aveva un reddito di 25.000 euro annui, poteva permettersi di acquistare con un mutuo trentennale un'abitazione di 60 mq, oggi invece lo stesso impiegato con un mutuo trentennale può permettersi di acquistare una casa di 148 metri quadrati. Naturalmente nelle varie zone d'Italia i valori sono parzialmente diversi. Da un'indagine del Corriere della Sera emerge che a a Bologna un impiegato poteva permettersi nel 2010 un immobile di 51,1 mq mentre oggi di 119,5 mq; a Firenze nel 2010 lo stesso impiegato poteva acquistare una casa di 40 mq e oggi di 100 mq, dati molto simili sono quelli di Roma. I dati sono parzialmente migliori al Sud dove il costo della vita è inferiore e quindi un impiegato a Napoli nel 2010 poteva acquistare una casa di 68 mq e oggi di 163 metri. Una casa più grande corrisponde come ovvio anche a una qualità della vita migliore e questo per gli italiani è oggi fondamentale.
Sebbene sia presto per fare delle previsioni di lungo periodo, cioè fino alla fine del 2021, è molto probabile che il trend potrebbe essere consolidato e anche migliorato proprio in virtù della potenziale uscita dalla crisi sanitaria che potrebbe anche rilanciare l'economia e quindi portare un sempre maggiore numero di famiglia alla ricerca di una nuova casa più in linea con le proprie esigenze abitative.

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